Analisi della struttura - ante operam
Prima di affrontare il calcolo dell’edificio oggetto di studio è doveroso fare alcune considerazioni sugli edifici in muratura. Per grosse linee, i suddetti edifici possono essere catalogati in tre categorie:
- edifici di classe I: sia le pareti verticali che gli orizzontamenti sono realizzati in muratura. È il caso di costruzioni più antiche dove gli orizzontamenti sono realizzati con archi e volte. Questa tipologia di edifici è spesso soggetta alla perdita di equilibrio di alcuni elementi (soprattutto sotto gli effetti dinamici) che ne generano il conseguente crollo;
- edifici di classe II: gli elementi verticali sono realizzati in muratura mentre quelli orizzontali hanno la caratteristica di essere scarsamente rigidi nel proprio piano (generalmente realizzati con travi in legno e tavolato o con putrelle metalliche e tavelloni). Questi edifici hanno il tipico comportamento detto “a carciofo” (gli elementi verticali non sono collegati tra di loro dai solai per cui, sotto gli effetti dinamici, subiscono spostamenti tra di loro indipendenti);
- edifici di classe III: gli elementi verticali sono realizzati in muratura e quelli orizzontali hanno la caratteristica di poter essere considerati rigidi nel proprio piano. Questi edifici sono generalmente di più recente realizzazione ed i solai sono di tipo latero-cementizio delimitati da cordoli in cemento armato. Il comportamento di questi edifici sotto gli effetti dinamici è quello tipico “scatolare”. A differenza delle prime due tipologie di edifici, i solai contribuiscono alla ripartizione delle azioni sismiche sugli elementi verticali.
Nel nostro caso, sia gli elementi verticali (pareti in muratura) che gli orizzontamenti (archi e volte) sono in muratura e non sono presenti elementi resistenti a trazione in corrispondenza degli orizzontamenti (cordoli, tiranti, ecc.). Tenendo conto delle tre categorie di edifici sopra riportate, l’edificio oggetto di studio può essere collocato nella categoria classe I. Di conseguenza, ci si aspetta una risposta strutturale più carente per le verifiche di tipo locale (meccanismi locali) rispetto a quelle di tipo globale (pushover).
Come accennato sopra, l’edificio deve essere analizzato sia secondo le verifiche statiche che secondo quelle sismiche.
Infine, vista la complessità della struttura, si fa utilizzo di software di calcolo dedicati (vedi software utilizzati). Nella figura 5 si riporta una vista 3D del modello strutturale.
Figura 5 – Modello strutturale senza interventi (software VEMNL)
Verifiche a carichi statici - ante operam
Analisi dei meccanismi locali
Analisi sismica globale (pushover)
Risultati di calcolo e valutazione della classe rischio ante operam della struttura
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