Conclusioni
Lo scopo di questo lavoro è quello di rinforzare il manufatto oggetto di studio nei confronti delle azioni verticali e sismiche. In una prima fase si effettua lo studio dello stato di fatto della costruzione. In una fase successiva si progettano una serie di interventi che consentono di rendere l’edificio più sicuro nei confronti delle suddette azioni. Affrontando le verifiche che la normativa impone per questa tipologia di costruzione, sono state messe in evidenza le carenze dell’edificio. In particolare, è stato riscontrato che l’edificio non riesce a soddisfare le verifiche a carichi verticali (previste dal capitolo 4 del D.M. 17/01/2018), di conseguenza non ha alcuna capacità neanche nei confronti delle azioni sismiche (riscontrata dall’analisi dei meccanismi locali). Riassumendo, nella tabella 21 si riportano i coefficienti di sicurezza delle varie verifiche.
I risultati ottenuti confermano quanto ipotizzato dalle indagini visive fatte in fase di diagnostica. Presentando il manufatto diverse criticità negli elementi strutturali, si percepiva la scarsa capacità portante dei suddetti elementi. Ovviamente, l’esito negativo delle verifiche nei confronti dei carichi verticali non consente di definire alcuna classe di rischio sismico (a limite si può assumere la peggiore tra quelle previste dalla normativa, anche se richiede un minimo di capacità).
A seguito dell’indagine sullo stato di fatto sono stati progettati una serie di interventi. In una prima fase del procedimento di consolidamento si è cercato di migliorare la resistenza degli elementi nei confronti delle verifiche a carichi verticali e sismiche prevedendo i seguenti interventi:
- Cuci-scuci in corrispondenza di lesioni;
- Sostituzione degli elementi strutturali in legno del tetto (capriate, travi principali, arcarecci, perline);
- Consolidamento delle volte a botte con fasce in FRP;
- Consolidamento con iniezioni di malta di alcune pareti al primo piano f.t.
- Realizzazione di un cordolo metallico costituito da un doppio profilato in corrispondenza delle pareti a contatto con il tetto;
- Realizzazione di tiranti metallici in corrispondenza degli orizzontamenti del primo piano f.t.
Grazie ai suddetti interventi si riescono a raggiungere i coefficienti di sicurezza riportati nella tabella 22 e gli indicatori di rischio riportati nella tabella 23.
La disposizione degli interventi consente di raggiungere la classe di rischio sismico C.
Con lo scopo di migliorare ulteriormente la classe di rischio si procede con ulteriori interventi. Bisogna intervenire in modo da far aumentare il coefficiente di sicurezza dell’analisi pushover (unica verifica ancora non soddisfatta). Si sceglie di consolidare con iniezioni di malta le pareti non ancora consolidate del primo piano f.t. Quest’ultima fase di interventi ci consente di incrementare ulteriormente l’indicatore di rischio assumendo il valore 0.776 (vedi tabella 24).
Si riesce così a raggiungere definitivamente la classe di rischio sismico B.
In conclusione, partendo da una resistenza nulla dell’edificio nei confronti delle azioni sismiche (indicatore di rischio zSLV = 0), attraverso una serie di interventi progettati diffusamente sugli elementi strutturali, si riesce a raggiungere un indicatore di rischio pari a zSLV = 0.776 e la classe di rischio B.
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